sabato 28 marzo 2020


COVID-19 DATI NAZIONALI E DELLA NOSTRA PROVINCIA
Cerreto d’Esi 28/03/2020

Salgono a 71 le vittime nella nostra provincia su un totale di 386 per la regione Marche. La città più colpita è Pesaro con 127 decessi, segue Ancona con 33, fano con 31, Vallefoglia (PU) con 18, Fermo con 8, Civitanova, Mondolfo (PU) e Jesi (AN) con 7, Cingoli (MC) e Senigallia (AN) con 6, Macerata e Porto Sant’Elpidio (FM) con 5, Urbino, Tavullia (PU), Falconara (AN), Montelabbate (PU) e Recanati (MC) con 4, Porto Recanati (MC), Gradara (PU), Cartoceto (PU), Pergola (PU), Petriano (PU) e Fossombrone (PU) con 3, poi ci sono 15 comuni con 2 decessi e 58 con un decesso.

Fonte GORES (gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie) tabella Arancione del 28/03/2020 aggiornata alle ore 18:00





AGGIORNAMENTO DATI CORONAVIRUS - COMUNE DI CERRETO D'ESI 27-03-2020
Pubblicata il 28/03/2020



Il Sindaco informa la cittadinanza che dai dati ufficiali, nel nostro Comune risultano ad oggi 11 persone sottoposte alla misura della quarantena domiciliare mentre i casi di persone positive al coronavirus sono rimasti invariati.

Comunque, si raccomanda di attenersi scupolosamente alle disposizioni del Presidente del Consiglio dei Ministri evitando ogni spostamento se non strettamente necessario ed alle altre indicazioni del Ministero della Salute per contenere e contrastare il diffondersi del contagio.


Il Sindaco
Giovanni Porcarelli


L'apertura del Coc:
ecco le linee guida

Cerreti d'Esi 18/03/2020

Incontro operativo con il sindaco al teatro Casanova



Il Governo ha emanato con il Dpcm dell’11 marzo ulteriori misure restrittive su tutto il territorio nazionale per contrastare l'emergenza coronavirus. Tra le misure previste sono sospese le attività di bar, pub, ristoranti. Chiusura dei parrucchieri e centri estetici. Resteranno aperti alimentari, benzinai, edicole e tabacchi oltre a farmacie e parafarmacie, ottici ed altri e servizi commerciali per generi di prima necessità come quelli per la cura degli animali. Le industrie resteranno aperte ma con "misure di sicurezza", cioè purché garantiscano iniziative per evitare il contagio. Il Comune di Cerreto d’Esi ha attivato in via precauzionale, il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) al fine di ottimizzare i flussi informativi del Sistema di Protezione Civile e consentire una corretta comunicazione alla popolazione e condividere tutte le misure utili al fine di velocizzare ed ottimizzare la risposta del sistema locale. Per informazioni di carattere generale inerenti l'emergenza epidemiologica Covid 19 per il servizio di assistenza e supporto: alle persone anziane non autosufficienti o prive di assistenza familiare; ai soggetti posti in isolamento domiciliare; E’ attivo il numero 0732 035469 tutti i giorni h24. Per ulteriori informazioni siete pregati di rivolgervi: Ministero della Salute numero 1500Regione Marche Numero Verde 800 936 677 attivo dalle ore 8 alle ore 20 - consegna gratuita dei farmaci a domicilio Numero Verde 800 189 521 Assistenza sanitaria 118 Numero unico di emergenza 112. Inoltre, si raccomanda di attenersi alle disposizioni del Presidente del Consiglio dei Ministri evitando ogni spostamento se non strettamente necessario ed alle altre indicazioni del Ministero della Salute per contenere e contrastare il diffondersi del contagio.


La benedizione mai data da un Pontefice«Signore, svegliati e vieni a salvarci»









Nella Chiesa ai tempi del coronavirus sono i parroci che celebrano, soli, la messa in diretta web, mentre il Papa va a piedi nel centro di Roma in quarantena a pregare, a nome di tutti, davanti al crocifisso «miracoloso». È il Pontefice che in una piazza San Pietro deserta e piovosa esordisce manifestando come «ci siamo ritrovati impauriti e smarriti», e implora Dio di «non lasciarci in balia della tempesta». «Svegliati Signore! Salvaci!», grida Francesco, richiamando il passo del Vangelo in cui i discepoli sono atterriti dalla burrasca e Gesù dorme. E poi dà la speciale benedizione Urbi et Orbi, sì, quella di Natale e Pasqua, a cui in genere assistiamo distrattamente con i calici in mano davanti a tavole imbandite. E concede anche l’indulgenza plenaria, per i cristiani una grazia straordinaria che «guarisce» completamente l’uomo. La Chiesa ai tempi del covid-19 è l’arcivescovo di Milano che sale sul tetto del Duomo per supplicare protezione alla «Madunina», mentre in centinaia di paesini o grandi città si fanno o rinnovano voti ai santi patroni per invocare la salvezza, come non avveniva dai tempi della guerra. O della peste. Scene in mondovisione o in streaming che entrano nella storia, planetaria e locale. Mentre, chissà, magari chi è costretto a casa dall’isolamento di massa, di fronte al proprio parroco su YouTube, o alle immagini del Papa a piedi in via del Corso che incrocia l’incredulità di un ciclista, riscopre barlumi di una fede più profonda. O si cimenta in una meditazione intima sul mistero di Dio. Sul senso dell’esistenza e di quello che facciamo – o facevamo – ogni giorno. Sulla vulnerabilità umana, via inevitabile per la vita eterna. Dove, assicurano i sacerdoti, sarà solo felicità. Condivisa, altro concetto diventato così prezioso in questi giorni di solitudini. Tante parrocchie che si stavano svuotando stanno raggiungendo molte più persone in queste settimane di «fitte tenebre che si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città», come ha detto il Papa. Un po’ è il tempo a disposizione degli «utenti», un po’ la disperazione che spinge ad aggrapparsi a Dio. Gli uomini di Chiesa potranno fare tesoro di questo potenziale slancio – forzato ma tangibile – di spiritualità, magari dissimulata, ma di cui si sta sentendo un bisogno inedito. Lo ha percepito monsignor Mario Delpini, solitamente riservato, salito in cima al duomo con un foglietto di carta per «compiere un gesto di risonanza pubblica, in modo che nessuno si senta solo». Mentre la pandemia spaventa e chiude in casa il pianeta, c’è una Chiesa che esce dalle sacrestie, usa con meno sufficienza le nuove tecnologie e compie gesti eclatanti ma sinceri, dall’alto valore simbolico, anche per chi non crede, e si impegna ad avere una presenza più costante e confortante nel quotidiano – oggi angosciato – delle persone. Di questo, di vicinanza, ha bisogno la gente. E di segni forti come l’apertura delle strutture di molte diocesi per ospitare famiglie povere, con parrocchie che si accollano anche il pagamento degli alberghi per i pazienti dimessi, per liberare posti. «Ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme», ha detto ieri sera Francesco. È il tempo «di reimpostare la rotta della vita verso Dio e verso gli altri». Basandola su un punto che può unire tutti, credenti e non: «La speranza, che mai delude».
by Domenico Agasso jr IL SECOLO XIX