di Gabriele Cassano
L'ultima edizione è passata in sordina con molte critiche: 'Che desolazione', 'Non si respira più l'aria di festa', 'La festa della tristezza'. Questi erano alcuni commenti pubblicabili dei passanti alla festa dell'Uva 2014. Gli stessi di molti cerretesi che hanno un'idea e soprattutto un ricordo diverso della festa dell'uva.
Dobbiamo essere consapevoli che il periodo storico-economico non avrà sicuramente aiutato gli organizzatori, ma è ora che noi cerretesi ci rendiamo conto che l'ultima edizione della festa dell'uva è il risultato chiaro, limpido di chi ha sulle spalle un percorso di circa dieci anni nell'organizzazione di quest'evento.
Un evento cittadino che ormai non è più una festa popolare ma solo un evento organizzato da pochi per pochi, con il solo scopo di un ritorno economico. Partendo dal presupposto che era o è regola che le caratteristiche cantine venivano costituite dalle associazioni di volontariato cerretesi, di qualsiasi carattere (sportive, ludiche, sociali, culturali....), i cerretesi percorrendo il castello si chiedevano “Ma che associazione è questa cantina?”. E' da far notare che in questi ultimi anni si scoprono casi di associazioni fantasma fatte per poter ottenere il permesso di fare la cantina. Questo ha comportato una speculazione economica all'interno della festa ed una minor tutela da parte degli organizzatori verso le associazioni cosiddette storiche, che da anni avevano come unico mezzo di autofinanziamento la propria cantina. Si vuole precisare che l'autofinanziamento serviva e serve tutt'ora per poter finalizzare le proprie attività e aver durata della vita della stessa associazione, cosi creando quell'interazione associazioni-cittadini che fino ad oggi ha portato molte gioie per il nostro paese.
Nell'ultima edizione è da far notare che associazioni reali, ovvero coloro che operano costantemente nel territorio del nostro beneamato comune, erano le Confraternite, la 4 Maggio, il gruppo Scout e il Cerreto Calcio, gli altri chi erano? Cosa fanno per il bene della comunità cerretese? E in più, i proventi della festa dell'uva, se sono delle reali associazioni e se di utili si parla, come intendono utilizzarli verso la cittadinanza? O servono alle proprie tasche? Per una migliore riuscita di una festa come la Festa dell'Uva di Cerreto, non devono sussistere le condizioni per qualsiasi soggetto, di poter ottenere una speculazione economica grazie alla festa stessa.
La festa è una tradizione cerretese che deve assolutamente ritornare ai cittadini cerretesi. Qui non si vuole giudicare l'operato di chi ha organizzato, anche perché le vostre scelte hanno già avuto abbastanza discussione e dibattito.
Qui si vuole far presente a tutta la cittadinanza che è finito un ciclo organizzativo, orientato solo al pensiero di fare cassa senza un filo logico nell'organizzazione della festa stessa. E' ora di creare/ricreare una festa fatta dai cittadini per i cittadini, ciò che negli ultimi anni è venuto sempre meno; e soprattutto, portarla ad un livello culturale turistico, partendo da ciò che il territorio ci offre e ci ha reso celebri in tutta Italia prima, e poi nel resto del mondo: il Verdicchio. E tramite esso creare un'attrazione cogliendo tutti quegli aspetti storici-artistici presenti nel nostro territorio. Spero che chi ha fatto parte negli ultimi anni del comitato organizzativo si renda conto di ciò e ne tragga le proprie conseguenze.
Concludo facendo una richiesta che darebbe un assaggio di trasparenza, che tanto bene farebbe ai nostri cittadini, ovvero che il bilancio della festa dell'uva 2014 sia reso a conoscenza di tutta la cittadinanza.
da Gabriele Cassano
Attivista Movimento 5 Stelle - Cerreto d'Esi